venerdì 27 febbraio 2009

Pretesti

Scena: dopo cena a casa de La maga, lei lava i piatti, suona il telefono e: "Pietro non è che puoi prendermi il telefono?" Le avvicino il telefono all'orecchio, ed iniziano a litigare. Mentre io ascolto tutto tenendo il telefono in mano.
Ora sto scrivendo dal suo PC mentre lei lo richiama per fare pace, appena tornerà vedremo "Il favoloso mondo di Amelìe" che lei non ha mai visto (sacrilegio!!! Non potevo lasciare impunita cotanta svergognatezza).

In questi giorni ho avuto un piccolo problema. Ce l'ho ancora in realtà, ma credo si possa risolvere a breve (non chiedete, sarei più muto di Banshee dopo l'intervento di Mistica).
Mi ha gettato nello sconforto più totale. Come ho già scritto, ci vuole poco a deprimermi, anche se (magari in preda alla depressione) ho superato sempre indenne qualsiasi sfida che mi si è posta davanti.
Ma ieri, l'Asta Di Uno decide di farmi andare in palestra ad un orario ed in un giorno diverso dal solito, e una volta lì, dopo aver percorso la strada pensando incessantemente a quanto la vita fosse cattiva con me, trovo nello spogliatoio un ragazzo senza le braccia.
Mi sono sentito una merda. Non sono mai stato un sostenitore della tesi "Di che ti lamenti, c'è chi sta peggio!!", perchè ho sempre pensato che chiunque a questo mondo ha il diritto di lamentarsi costruttivamente per qualsiasi cosa, posto che cerchi di attivarsi per rimuovere la situazione che ha (e che non gli piace). Però, ripeto, il vedere questo ragazzo che pur nella sua condizione fisica era lì a sbattersi fra pressa e addominali, mi ha fatto riflettere su quanto ero stato coglione a preoccuparmi in questa settimana. che poi, per lui quel che ha fatto sarà stato normalissimo. E lo era in effetti. Magari è egoistico e cinico da parte mia, però sono felice di aver fatto questo incontro.

La maga è tornata, ora ci guardiamo il film.


"E se volessero semplicemente vivere una vita normale? Essere normali?"
"E' un lusso che non possono permettersi" (finale Marvelliano, era dovuto)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Il ragazzo di cui parli mi ha fatto venire in mente che qualunque sia la nostra situazione, qualunque sia il nostro errore, qualunque sia il baratro in cui siamo caduti, qualunque sia la montagna che dobbiamo scalare, qualunque sia il nostro sogno da raggiungere, qualunque sia la nostra malattia o la nostra disperazione, il primo comando della vita è: “Tirati su, riparti, vai, provaci!”. Non adattiamoci alle situazioni, non facciamoci andar bene le cose, non rassegniamoci.
Io vorrei prima essere sicuro, forte, deciso e poi affrontare il mondo e gli altri. E’ che non funziona così. Vorrei essere perfetto e poi andare nel mondo. E’ che non sono così.
Questo ragazzo mi dimostra ancora una volta che devo alzarmi con le mie difficoltà, con le mie insicurezze e affrontare la vita. Se aspetto di essere perfetto per vivere, non credo che vivrò molto di questa vita.
Un abbraccio forte! Marco

IoSI.TuNO. ha detto...

Wow marchino io non sono così saggio. :)
Sei già più perfetto di me.
:*

Smy ha detto...

Neanch'io ho mai visto quel film... Vergogna, vergogna... Onta su di me...

Anonimo ha detto...

Io invece dopo incontri del genere sto ancora peggio.
Mi ci immedesimo -e sbaglio- per poi commuovermi nel sentire la contentezza che provano a dispetto di me che sono stato + fortunato.

Difronte a tutta questa forza d'animo, mi sento ancora + fragile.
E viziato, mio malgrado.
Il peggio è che questa mia debolezza non ha + il gusto della purezza, anzi, mi chiedo se io non stia mancando di rispetto la persona che ho davanti...


Vincenzo

Anonimo ha detto...

non so...
io trovo solo che abbiamo molta forza certe persone... io non credo di avercene tanta...

ma caro pietro, un passo dopo l'altro... e sei arrivato senza neanche accorgertene...
bacio, kikkiu...