domenica 28 giugno 2009

Quel che sono, ero e sarò non dipende da me. Così posso esentarmi dalla responsabilità.

"Sei la persona più brillante che conosca, e io ne ho conosciute tante! E dobbiamo parlare, perchè non mi va giù che tu continui a sprecare tutto il tuo potenziale".

Me lo ha detto una di quelle persone che fanno parte della mia vita e le cui parole, bene o male, mi colpiscono sempre.
Mi sono creato una ristetta cerchia di "amici del cuore" che adoro e che mi adorano (spero! Oh my gold, l'insicurezza regna sovrana -preparatevi ad una lunga digressione fra parentesi, come mio solito- per cui capita che anche quando si tratta dei miei migliori amici, se per qualche giorno non ci sentiamo comincio a pensare di aver fatto qualcosa di sbagliato. Comincio a pesare tutte le parole degli ultimi tempi, tutte le mancanze che posso aver avuto, le situazioni che posso non aver colto. E poi mi creo dei ricordi falsi nei quali finisco per credere, e prevedo litigi imminenti), e fra loro come ovvio c'è chi è più propenso a capirmi, chi a sostenermi, chi a risollevarmi, chi a stimolarmi.
E la persona che sono diventato, che non mi piace e che è diversa da quella che ero (che non mi piaceva lo stesso, ma ad avercene ora, signora mia...!), ha un bisogno viscerale di essere stimolata, e soprassediamo sulle viscere e sugli stimoli, please, quelli son altri argomenti.

Perchè diciamocelo, ma io, da solo, messo come sto adesso, dò cazzo vado? Andò la sbatto la capoccia? Un tempo avrei potuto fare della mia solitudine la mia forza (ma un tempo era anche una bolla di vetro che attutiva la percezione del mondo esterno, e forse quella è l'unica cosa che non mi manca), adesso, complice la vecchiaia incombente, diviene sempre più la mia paura maggiore, sta superando persino quella di aghi e siringhe (signore e signori, ecco a voi l'unico quasi trentenne al mondo che sviene ogni volta che va a far le analisi del sangue).

Ho troppo bisogno di aver qualcuno sempre vicino, qualcuno su cui contare sempre, qualcuno che mi stimoli continuamente.

E per fortuna, magari meno quotidianamente di quanto vorrei, queste persone ci sono.

Ovviamente il titolo è ironico (ma neanche troppo).


Da soli, siamo una forza. Ma insieme... Insieme siamo inarrestabili (finale Marvelliano, era dovuto)

lunedì 22 giugno 2009

E' finito il calvario...?

Ok, questo è bello lungo. E' il mio "diario della salute" degli ultimi mesi.

Sul finire di febbraio:
Ricevo una telefonata di un mio caro amico. "Amica, sono disperata! Ho sta malattia qua..." e me ne elenca i sintomi. Capisco di avere anche io gli stessi sintomi e decido, tanto per essere sicuro, di fare una visita.

Venerdì 27 Febbraio:
Vado dal dottore studentesco per farmi vedere. Non è la prima volta che ci vado, essendo come risaputo abbastanza ipocondriaco. Alla reception:
"Eh, no, il servizio è stato soppresso".
"Ah. Allora uno studente fuori sede che deve fare?"
"Eh".
"Eh che?"
"Eh, Boh. Chieda alla Asl".

Alla Asl mi dicono di andare dal dottore degli immigrati (che a loro, il servizio non è stato soppresso) e di chiedere a lui. Quando arrivo, ovviamente all'altro capo della città, trovo quel dottore studentesco che erogava il servizio che è stato soppresso. Si vede che curare gli stranieri rende di più.
"Le devo richiedere una visita specialistica. Però se la vuole far presto, le consiglio di farla fuori da Perugia, ma comunque nella provincia" (non posso rivolgermi al mio dottore di famiglia perchè non si trova in provincia).
Al cup, mi danno appuntamento x lunedì, a mezz'ora da Perugia. Euro 16,32, senza mastercard.

Lunedì 2 marzo:
"Uhm, si, diciamo che la patologia è questa. Però ho bisogno del parere di uno specialista diverso. Si faccia segnare questa visita". Altri 16,32.

Mercoledì 4 marzo:
"Ok, per ora non è grave, ma potrebbe diventarlo. Chieda all'altro specialista cosa si può fare".

Giovedì 5 marzo:
Cado dalle scale, ci rimetto una caviglia. Mamma a tutt'oggi dice che mi farà male x tutta la vita.

Venerdì 6 marzo:
Dopo aver passato il pomeriggio in giro, sempre più zoppo, Mono e Awake preocupati decidono di portarmi al pronto soccorso. Servono le stampelle, che conoscerò all'indomani: le fide Cionca e Tronca.

Lunedì 9 marzo:
Torno dal primo dottore, quello fuori città: "Beh, se le cose stanno così, io non posso fare molto. Deve chiedere da quest'altra parte. Comunque è una cosa semplice, ambulatoriale. Io però non ho gli strumenti adatti". E mi fa una richiesta URGENTE. Parola che ho scoperto essere molto relativa. Stampellato, vado nella farmacia più vicina a far la richiesta. Hanno i macchinari rotti, "Ripassi domani".

Martedì 10 marzo:
"Ah, ma questa è urgente. Non deve venire da noi, ma andare direttamente all'ospedale, non serve richiesta. Ma ormai è tardi, vada domani".

Mercoledì 11 marzo:
"Ah, ma questa richiesta noi non possiamo considerarla urgente. Vada di là".

"Ah, ma questa non è roba nostra. Noi non ce ne possiamo occupare. Dovrebbe andare di là".
"Guardi che da lì mi hanno mandato qua".
"Ah. Allora doppiamo operare". Operare? Ma era una cosa semplice, ambulatoriale. "Con anestesia totale". Si faccia dare un appuntamento per la visita anestesiologica.
Me la danno per il 9 aprile. Alla faccia dell'urgenza. Urgenza, che era stata decretata al fine di evitare l'operazione.

Giovedì 12 marzo:
Decido di andare da uno specialista privato. Mi danno appuntamento per la settimana dopo, perchè il dottore c'è solo il giovedì (che culo!!) ma è già andato via.

Giovedì 19 marzo:
"Anestesia totale? No, io le farei una cosa più leggera". Al modico prezzo di 200 euro. Più 80 per la visita.
"Ma un mio amico ha risolto in quest'altro modo, lei non può...?"
"Ah, no, ma quello è un metodo vecchio, inefficace e pericoloso".

Scopro poi che in realtà era solo un metodo meno costoso (e quindi meno remunerativo per lui) nonchè più efficace e meno invasivo, quindi abbandono la strada della medicina privata. Per il momento. Tengo il suo numero.

Mercoledì 25 marzo:
Decido di riprovare, con fare più minaccioso, all'ospedale. Ho una richiesta urgente di uno specialista, cazzo! Voi non siete nessuno per dire che invece non lo è.
Giro tutto l'ospedale, parlo con 3 dottori diversi, mi porto dietro un sempre più incredulo Tonino, fino ad arrivare ad uno che dice di potermi fare qualcosa. Emana un'aura divina mentre mi dice di potermi curare senza problemi.
"Ah, però questa richiesta è sbagliata. Dovrebbe farne un'altra. Sennò non posso far niente... Sa, problemi legali".

Venerdì 27 marzo:
Provo a tornare dal medico per gli immigrati per farmi fare la richiesta. Pur arrivando allo studio in pieno orario di ricevimento, se n'è già andato. Il ginecologo che invece è rimasto mi consiglia la guardia medica.

Sabato 28 marzo:
Mi alzo all'alba perchè il servizio di guardia medica è solo notturno (ok, in realtà non ho dormito per nulla, grazie a Kyle XY ed al suo splendido sorriso).
"Noi non possiamo far niente perchè non siamo il suo medico di famiglia. Però neanche il suo medico di famiglia può far nulla perchè è fuori provincia".
"Ah. E quindi??"
Faccio pena alle due poverette che rimangono lì a discutere di possibili soluzioni burocratiche per una buona mezz'ora, senza arrivare a nulla. Finchè interviene una terza e "Beh, non ti resta che tornare dal dottore che ti ha fatto la richiesta all'inizio e chiedergli di correggerla, fingendo di aver fatto un errore".

Lunedì 30 marzo:
Torno dal dottore, mi faccio cambiare la richiesta. E' stupito che ancora non mi abbiano fatto niente.
"Eh, pure io".

Martedì 31 marzo:
"Ma perchè è venuto da noi? Lei doveva andare da un'altra parte"
"Si, ma è lì che mi hanno detto di venire qui!"
"Ah. Ok, allora facciamo così, vada di sopra a parlare con loro, io intanto questa visita gliela faccio rimborsare".
Erano altri 16,32 euro. La prima dottoressa comprensiva che ho trovato. Il suo assistente era il dottore che Mercoledì 25 mi aveva detto di cambiare la richiesta. Lo fulmino con lo sguardo, ma mi sa che non sono il primo, ha già i capelli tutti elettrici, non è possibile che si sia pettinato così di sua spontanea volontà.
Di sopra, mi dicono che mi hanno già messo in lista, sarò operato al più presto. "Ah. ma io non lo sapevo". "Eh, l'avremmo avvertita noi". Si ma una mossa! E su!

Venerdì 1 aprile:
Decido di tornare con la coda fra le gambe alla medicina privata. Dottoressa Comprensiva mi aveva chiesto chi mi aveva visto e "Oh, ma lo conosco, è bravissimo!"
E di lei mi fido, una che ti fa restituire i soldi non può essere cattiva, penso.

"Salve... Si ricorda di me?" Chiedo per telefono, per intercalare più che altro. "Si, si, certo. Lei è quello che..." bla, bla, si ricordava sul serio. "Chiami Lunedì o venerdì per prendere appuntamento per l'operazione". Lui me la descrive come una cosa di 15 minuti in tutto con anestesia parziale fatta con una punturina "Tipo dal dentista". E' l'anestesia che mi convince del tutto, ho paura della totale e un ricordo terribile della spinale. Meglio pagare.

Lunedì 6 aprile:
Ehm... Mancanza mia. Dimentico di chiamare. Lo prendo per un segno dell'Asta Di Uno, quindi decido di andare comunque a fare la visita anestesiologica all'ospedale pubblico.

Giovedì 9 aprile:
Abituato agli orari della mia amena cittadina, mi presento con un'ora di ritardo, sicuro che dovrò fare ancora un'ora di fila prima che arrivi il mio turno (non ho mica tempo da perdere, io!)

"Ma è tardi! Ormai il sangue non lo portano più in laboratorio! Torni martedì!"
L'infermiera è pure molto stizzita, ci rimango male, sono abituato agli infermieri carini e simpatici che fanno da contraltare ai dottori stronzi. Evidentemente questa era la complementare di Dottoressa Comprensiva.
Di sopra, mi dicono che mi operano di lì a 3 giorni.
"Ehm, ma non ho fatto la visita anestesiologica"
"Ah. Allora rimandiamo al 29 aprile".
Mi convinco di non aver interpretato bene i segnali dell'Asta Di Uno, che quindi mi reindirizzava al privato.

Venerdì 10 aprile:
Chiamo tutto il giorno per farmi dare l'appuntamento, ma nessuno mi risponde. Mi convinco che l'Asta Di Uno in questo periodo funzioni male. O meglio, metto in discussione la mia posizione di Gran Sacerdote, non riesco più ad interpretare i segnali del mio dio.

Lunedì 13 aprile:
Finalmente ho un data: mi opero, pagante, il 24.

Martedì 14 aprile:
Alle 7 di mattina, in preda al sonno più pesante e ad una fase REM che perdurava nella veglia, decido di non andare a fare la visita anestesiologica, tanto ormai mi opero da privato, ho preso l'appuntamento, fanculo, infermiera stronza.

Mercoledì 22 aprile:
Mi richiama il mio amico, quello che mi aveva fatto capire di aver sta patologia.
"Amica, sono disperata! Non ho ancora risolto, dopo 3 operazioni".
Cado nello sconforto. Asta Di Uno, perchè mi hai abbandonato?

Venerdì 24 aprile:
Finalmente, mi opero. Sono abbastanza agitato, l'infermiera come da manuale è dolce e simpatica (e brutta e vecchia) e mi chiede se ho freddo, ma non capisco il perchè visto che se anche avessi risposto di si, non avrebbe avuto rimedi. L'anestesia fa un male cane, ma l'operazione dura 3 minuti netti.
Il dottore mi fa "Chi l'aveva vista a lei?" E io dico il suo nome, senza accorgermi che era lui. Mi accorgo di avere la prosopagnosia. A saperlo prima, l'avrei usata come scusa, invece di dirgli "Sa, le sono cresciuti i capelli dall'ultima volta". In effetti, nei miei ricordi era molto più somigliante ad Alfredo di Pushing Daisies.
Pago 120 euro, senza ricevuta. "Tra una 20ina di giorni torni a farsi vedere, vediamo come va. Il ritocco è compreso"
"Che ritocco?"
"Beh, l'operazione può non essere definitiva".
Ah. Incoraggiante. Se non altro è compreso, il "ritocco". Ma non credo che lo sarà la visita che mi farà per sapere se ne ho bisogno. Saranno altri 80 euro.

Venerdì 29 maggio:
E' passato un bel pò di tempo, avrei dovuto chiamare prima il dottore ma non ho avuto tempo (me ne sono anche scordato). Comincio ad avere delle paranoie, chiamo e mi dà appuntamento per il 5 giugno, una settimana dopo. Ovviamente faccio una gaffe al telefono: il dottore è un privato, e lavora in più posti diversi. Alla segretaria chiedo, ma dov'è che devo andare? E faccio il nome del primo posto dove il dottore mi aveva visitato. Lei rimane un paio di secondi impietrita, poi si fa una risatina isterica, poi con voce funerea mi dice: "No, da quest'altra parte". E lì ho capito che il dottore lavora in cliniche concorrenti.

Venerdì 5 giugno:
Ok, sto bene.
Il dottore: "Arrivederci"
E io: "Beh, magari da un'altra parte". E non mi ha neanche fatto pagare la visita!


A tutt'oggi, sono sotto pillole per un disturbo indefinito che esula da quanto descritto fin qui. Mah, sono troppo cagionevole. Il doc (dal Dantesco nome): "Ma non è che lei è un pò stressato?"

Eh.


"Non importa che ti ripeta 'posso farcela', perchè non puoi. E' come tendere tutti i muscoli aspettandosi un pugno allo stomaco... Poi all'ultimo minuto, la vita decide di dartelo sui denti" (finale Marvelliano, era dovuto).

lunedì 1 giugno 2009

Dovrei farmi uno che si fà

Proprio. I drogati son tutti strafighi. Io adesso non so se la roba che prendono è la stessa che fa gonfiare i dopati in palestra, ma a dargli un'occhiata si direbbe che è così.
E dov'è che ho visto tutti sti bei ragazzotti? Qualcuno ha detto Don Pierino? Che si diceva si facesse qualcuno dei boys della comunità incontro (ed infatti non ho visto manco l'ombra di una ragazza, si vede che il gene X non si droga dalle mie parti).
Questo weekend ho lavorato alla fiera dell'elettronica, che da qualche anno si tiene negli spiazzi del centro recupero drogati giù dda le mi pardi e ddindorni. E non mi sarei dovuto stupire quando la mia datrice di lavoro, complice la mia magrezza spropositata e l'allergia (n.d.r: Mai avuta l'allergia prima degli ultimi 2 anni) che mi arrossava gli occhi, mi chiese "Ma tu sei uno di qui, della comunità?" Che poi stai zitta tu, che manco sei italiana. Si ok, divento ancora più razzista quando m'impermalosisco. Ma io dico, possibile che dalla grande madre russia scendono in italia a rubare il lavoro ai napoletani? Mi spiego. Il mio lavoro era pressappoco quello di fregare la gente. Non che non mi sia piaciuto, eh, anzi mi sono divertito un casino e ho fatto molto più di quel che mi era stato richiesto (infatti la russa alla fine s'è innamorata).
Ero addetto al reparto "roba che non funziona" (lettori dvd, stereo, aspirapolvere, dolby, ecc.), anzidetta categoria "Visto e piaciuto", e dovevo venderla alla gente. Ora. Io credo che nelle persone scatti uno strano meccanismo quando vede delle offerte messe lì con un bel cartellone grande e colorato, che indica un prezzo molto basso. Ma se sul cartello c'è scritto esplicitamente che la roba che viene venduta è un miracolo se funziona, perchè sei ancora convinto di fare un affarone?? Io dovevo stare lì, spiegare alla gente che quella roba era tutta difettosa, e dirgli che magari qualcosa di funzionante c'era, e che se poi a casa la roba si rivelava rotta (ho venduto lettori dvd spaccati a metà) erano c***i loro. Tutto senza la minima garanzia.
Ho tirato su una fortuna. Tanto che la russa ("Noi abbiami presi tanti ragazzi per fiere, ma mai fiduci come questa volta" tutta sorridente ma senza molti denti) e il marito (un uomo più taciturno di Freccia Nera degli Inumani, amante spropositato dell'arancia e dell'arancione: calippo all'arancia, fanta, moglie russa con capelli e denti, quelli che rimanevano, arancioni) alla fine mi hanno dato anche un bonus di 10 euro in più.
Capirai... Manco una dose!


"C'è una voce in lei che le dice che è cattiva, che è sempre stata cattiva... Che perfino Genosha è tutta colpa sua.
E lei pensa che sia vero" (finale Marvelliano, era dovuto)